Il DPCM 22 marzo 2020 consente le attività legate all’ingegneria civile. Si fermano invece le nuove costruzioni
23/03/2020 – Stop alle attività in cantiere fino al 3 aprile 2020. Potranno continuare solo quelle con i codici Ateco indicati nel dpcm 22 m Non si fermano le attività di ingegneria civile, mentre sono sospese le nuove costruzioni e tutti i lavori che possono essere considerati non urgenti.
Coronavirus e cantieri, continuano le attività di ingegneria civile
Come indicato nell’Allegato al dpcm, possono proseguire le attività rientranti nel Codice Ateco 42 – Ingegneria Civile. Si tratta della costruzione di strade, ferrovie, linee metropolitane, ponti e gallerie. Proseguono anche i cantieri legati alla realizzazione di opere di pubblica utilità per il trasporto di fluidi, per l’energia elettrica e le telecomunicazioni e alla costruzione di opere idrauliche.
Per quanto riguarda i lavori specializzati, proseguono solo l’installazione di impianti elettrici, idraulici e altri lavori di costruzioni e installazioni (Codice Ateco 43.2).
Il decreto precisa inoltre che sono consentite le attività funzionali ad assicurare la continuità delle filiere delle attività indicate nell’Allegato, previa comunicazione al Prefetto della provincia competente. Analogamente, sono consentite le attività degli impianti a ciclo produttivo continuo dalla cui interruzione derivi un grave pregiudizio all’impianto stesso o un pericolo di incidenti.
Coronavirus e cantieri, le attività sospese
Si fermano le costruzioni di nuovi edifici residenziali e non residenziali e lo sviluppo di progetti immobiliari, ma anche i lavori di demolizione e tutte le attività di preparazione del cantiere edile e sistemazione del terreno.
Stop anche ai lavori di completamento e finitura degli edifici, come intonacatura, posa in opera di infissi, arredi e controsoffitti, rivestimento di pavimenti e di muri, tinteggiatura e posa in opera di vetri, realizzazione di coperture e altri lavori specializzati di costruzione.
D’altra parte, il divieto di spostamento al di fuori del Comune in cui ci si trova, salvo che per comprovate esigenze lavorative di assoluta urgenza o per motivi di salute, rende estremamente difficile raggiungere il posto di lavoro e, di conseguenza, la prosecuzione delle attività.
Un problema sottolineato dai professionisti della community di Edilportale. C’è chi, ad esempio, ha lasciato a metà il rifacimento di un tetto di un edificio che ospita un’attività commerciale che dovrebbe riaprire in estate, ma che probabilmente, anche se l’emergenza sanitaria dovesse cessare, non potrà farlo a causa del blocco dei lavori.
In un primo momento, lo ricordiamo, il Governo ha consentito la prosecuzione di tutti i cantieri, a condizione che fossero rispettate le norme di sicurezza, come la distanza interpersonale di un metro e, ove questo non fosse possibile, l’equipaggiamento del personale con i dispositivi di protezione individuale. L’adozione di misure più restrittive si è però resa necessaria per favorire il blocco dei contagi.
Coronavirus, le Regioni che chiudono i cantieri
Alcune Regioni hanno anticipato le misure del Governo con ordinanze precedenti al dpcm 22 marzo 2020. La Lombardia, ad esempio, ha disposto "il fermo delle attività nei cantieri edili, esclusi quelli per le ristrutturazioni sanitarie, ospedaliere ed emergenziali, oltre a quelli stradali, autostradali e ferroviari".
In Campania, la Regione ha deciso che "è sospesa l'attività dei cantieri su committenza privata, fatti salvi gli interventi urgenti strettamente necessari a garantire la sicurezza o la funzionalità degli immobili. Per i lavori a committenza pubblica, fatti salvi l'avvio e la prosecuzione di quelliconcernenti le reti di pubblica utilità e l'edilizia sanitaria, nonchè degli interventi volti ad assicurarela messa in sicurezza e la funzionalità degli immobili, le stazioni appaltanti valutano la differibilità delle singole lavorazioni.
Il Piemonte ha deciso "il fermo dell’attività nei cantieri, ad eccezione di quelli di interesse strategico".
In Valle d’Aosta potranno proseguire solo i cantieri impegnati nella realizzazione di opere necessarie ad assicurare la fornitura di servizi pubblici essenziali alla popolazione, ovvero al ripristino di strutture o alla sanificazione di impianti a seguito di eventi o malfunzionamenti.
Situazione diversa per gli studi professionali, che possono invece restare operativi.